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Memoria di Massa è un progetto che indaga i problemi relativi al mantenimento delle memorie digitali, cui viene oggi affidato tutto il patrimonio di testi, immagini e filmati che la società produce. La Massa di queste memorie è da tempo considerata un bene culturale da proteggere e conservare, ma a dispetto della velocità con cui ci offre sempre più spazio a disposizione la tecnologia non può ancora garantirci la conservazione dei dati a lungo termine.

Per sensibilizzare la popolazione, Memoria di Massa ha deciso di usare la tecnica del radio documentario. Definito come nobile incrocio tra reportage giornalistico e narrazione descrittiva, anche in Italia, sta acquisendo sempre più una capacità, oltre che narrativa, informativa, didattica e anche di intrattenimento culturale. Grazie alle nuove tecnologie che permettono una diffusione sempre più capillare della cultura, i tempi sono maturi perché questo format possa diventare uno strumento importantissimo per la circolazione e la promozione di idee e progetti.

I° CICLO IN ONDA 21-25 SETTEMBRE 2015 RAI-Radio3

Il Dilemma Digitale è la prima parte di questo progetto ed è un documentario che si occupa dell’archiviazione digitale delle immagini in movimento.

Nel panorama dei beni culturali infatti, le “immagini in movimento” formano un capitolo a parte, sia per la loro tardiva inclusione nel  patrimonio mondiale dei beni da proteggere e conservare sia perché, negli ultimi decenni, la loro produzione si è interamente e definitivamente trasferita nel dominio digitale. Paradossalmente però per la conservazione a lungo termine la tendenza è il ritorno, anche se fatta con materiali di nuova generazione, alla vecchia cara pellicola.

In questa prima parte di Memoria di Massa ascolteremo le voci di professionisti e teorici del settore audiovisivo e di persone comuni, che si trovano loro malgrado a scontrarsi con questi problemi. Già da tempo, infatti, l’archiviazione in formato digitale include non solo film d’autore, ma anche tutto il patrimonio di immagini in movimento continuamente prodotti usando videocamere e telefoni cellulari. Tutto questo patrimonio, anche se tecnicamente riproducibile all’infinito, è sempre legato a un supporto che deperisce rapidamente, che è facilmente manipolabile dalla mano dell’uomo e che necessita di continua manutenzione. Ne consegue che per una corretta gestione degli archivi digitali, bisogna pensarli e costruirli in una prospettiva che includa almeno i prossimi 100 anni…

 

II° CICLO IN ONDA 7-11 MARZO 2016 RAI-Radio3

Il primo ciclo “il dilemma digitale” metteva in crisi lo stereotipo dell’archiviazione digitale vista come la salvezza della memoria del mondo; il suo deposito. Affrontava problemi come l’obsolescenza tecnologica, la gestione dei formati e la tenuta di dati digitali, ed era focalizzata sull’archiviazione di materiali audiovisivi.

Nel secondo ciclo “il patrimonio immateriale” analizzeremo come la digitalizzazione sia un passaggio indispensabile per la costruzione di un patrimonio culturale realmente accessibile e condiviso, di come la stessa definizione di patrimonio culturale si sia allargata negli ultimi anni e di come sia in continuo mutamento. Dell’importanza dell’acquisizione dei dati digitali relativi ad un’opera nel momento del suo restauro fisico, e di come questi si rivelano indispensabili per tutto il processo di valorizzazione, di diffusione e quindi di democratizzazione del patrimonio culturale. Di come le varie istituzioni siano chiamate ad armonizzare i loro archivi per renderli compatibili e dunque veramente accessibili ad un pubblico ampio e non specialistico.

Anche la nuovissima arte digitale va protetta e conservata, ma i problemi che pone questo tipo di arte immateriale sono tantissimi, a partire dalla messa in crisi del concetto di opera originale.

Il nuovo ciclo affronta altresì il problema della copie ottenibili da una matrice digitale che, più la tecnologia si fa sofisticata, più divengono indistinguibili dall’originale. Come tutto questo patrimonio, anche se tecnicamente riproducibile all’infinito, è sempre legato alla conservazione del supporto originale.

La copia è garanzia di integrità ma, anche se indistinguibile, non avrà mai il valore dell’originale.

 

Patrimonio Culturale

Chi decide che cosa bisogna salvare: come si è formata e allargata nel tempo la nozione di Beni Culturali. Quali sono le strategie per la conservazione del patrimonio culturale.

Digitalizzare per Restaurare

Oramai sappiamo che i dati digitali possono perdersi un labirinto immateriale fatto di dati, software, supporti, chiavi di decrittazione e formati che diventano obsoleti e incompatibili nel giro di pochi anni, essere estremamente utili per studiare il problema della decadenza legata alla chimica dei materiali nella copia fisica originale.

Il trasferimento dell’Aura

W.Benjamin sosteneva che un’opera d’arte era un pezzo unico e originale (non prodotto in serie) e autentico, irripetibile e destinato ad un godimento estetico esclusivo nel luogo in cui si trovava. Questo hic et nunc dell’opera, questa sua autenticità e irripetibilità che ne rende esclusivo il godimento estetico, viene da Benjamin chiamata ‘aura’.

Teche

Biblioteche, cineteche, archivi e musei; Istituzioni sempre in bilico tra la preservazione e la conservazione del patrimonio culturale e il suo sfruttamento commerciale. Tra i doveri di queste istituzioni c’è il compito di valorizzare e diffondere il patrimonio e in questo la tecnologia digitale è di enorme aiuto, infatti sembra uno strumento più utile per la diffusione della cultura che per la sua conservazione.

Percorsi Virtuali

L’esempio di un percorso virtuale che permette la valorizzazione di un territorio attraverso la riscoperta di un patrimonio di antichi codici, sparsi in vari musei del mondo. Straordinaria opportunità, sia per gli studiosi che per il turismo culturale. Come si appronta un modello di digitalizzazione e fruizione per tutelare e divulgare un importante patrimonio, sapendo che non tutto si può digitalizzare.

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