Scuole

MARZO | APRILE 2016
Interventi nelle scuole superiori delle province di Udine | Gorizia | Pordenone | Trieste

I primi destinatari di questa serie di incontri ci piacerebbe fossero gli allievi dei licei artistici, istituti d’arte e istituti tecnici a indirizzo informatico della regione, in quanto, come futuri operatori in campo informatico e artistico saranno quelli chiamati più da vicino a confrontarsi sulle modalità e le strategie per il mantenimento e la conservazione del patrimonio culturale in ambito digitale. Una serie di incontri dedicati al triennio delle scuole superiori in cui si parlerà della cura di cui necessitano gli archivi digitali e degli sbocchi professionali generati da questa necessità. Sono stati invitati a partecipare al progetto 10 istituti dislocati nelle quattro province della regione con l’obbiettivo di incontrare 200 studenti.

In realtà solo la metà tra gli istituti ha aderito ma con un maggior numero di classi così che siamo arrivati ad incontrare 13 classi per quasi 300 studenti.

Hanno aderito

ISIS “Arturo Malignani”, Udine – 3 classi

Istituto Statale D’Arte G. Sello, Udine – 3 classi

Liceo Artistico Enrico e Umberto Nordio, Trieste – 2 classi

Liceo Classico “Dante Alighieri”, Gorizia – 3 classi

Liceo Scientifico Statale Luigi Magrini, Gemona del Friuli – 1 classe

LABORATORI PIU’ CHE LEZIONI

Partiamo dall’idea che le memorie siano state trasmesse fino a poco tempo fa attraverso gli oggetti: Scritti, fotografie, film su pellicola, o nastri VHS, musica su cassette, vinili, più di recente i CD e i DVD. Tutti supporti che in questi anni stanno diventando obsoleti. Alcuni di questi presto saranno talmente antiquati da essere sconosciuti alle nuove generazioni.

La domanda che ci facciamo è se gli adolescenti, da nativi digitali, si pongono il problema di cosa rimarrà di tutti gli scritti, le e-mail, i messaggi, le foto e i filmati digitali, che continuamente producono. Interessa loro la conservazione di queste memorie, e se così fosse, che strategie adottano per assicurarle alla posterità?

Ci incuriosisce poi comprendere come si muovono tra le continue novità tecnologiche con cui si rapportano, quale sia la consapevolezza dei rischi della obsolescenza programmata, dovuta cioè all’innovazione e alla comparsa di nuovi modelli di tecnologia di consumo che soppiantano i precedenti e li rendono incompatibili.

E’ infatti l’idea di ascoltare loro, i ragazzi, che ci muove, di scambiare delle idee e divulgare un seme di conoscenza che riguarda un mondo che cambia molto rapidamente, soprattutto in relazione alla tecnologia digitale.

CONSAPEVOLEZZA DELLA MEMORIA

La storicizzazione della civiltà è stata possibile grazie alle fonti. Non solo le opere artistiche, che contenevano in sé l’idea della trasmissione alle generazioni successive, ma anche e soprattutto gli oggetti di uso comune, gli scritti tecnico-professionali, la corrispondenza a tutti i livelli della società. Gli archivi sono pieni di testimonianze apparentemente insignificanti, ma preziosissime per ricostruire usi e costumi dei nostri predecessori.

Vogliamo, per esempio, far comprendere ai ragazzi che molte delle conoscenze che abbiamo si basano sul casuale accumulo di dati nel tempo. L’archivio, in quanto contenitore di dati e di oggetti, che compongono una storia personale, è anche involontario, ma se questi oggetti e dati sono sempre più evanescenti, l’atto di formazione dell’archivio deve diventare maggiormente consapevole e volontario.

Nel contempo non sappiamo quanta coscienza ci sia della molteplicità ed enorme quantità di tracce che vengono lasciate ad ogni passaggio in rete, ad ogni comunicazione attraverso gli smartphones o i computers.

LABORATORIO

Per cominciare, faremo portare ai ragazzi alcuni oggetti conservati da loro o dai loro genitori, che hanno un legame con una storia o un frammento di storia della propria famiglia. Grazie all’osservazione accurata di questi materiali faremo loro comprendere che le informazioni che ne possiamo ottenere sono ben più di quelle che si notano a uno sguardo superficiale. Per esempio una fotografia degli anni settanta ci fornirà dati sul formato, sulla macchina usata per scattare la foto, e poi dettagli sul modo di vestire dei soggetti inquadrati, le pettinature, il paesaggio circostante o l’arredamento, se si tratta di un interno ecc.

Poi gli chiederemo di raccontare la storia che concerne l’oggetto, ciò che lo lega a sé o alla propria famiglia.

La domanda successiva è se si hanno anche oggi degli oggetti da trasmettere. Ciò che si scrive su supporto digitale, le registrazioni audio, le foto, che forse non si potranno più recuperare nella classica scatola di cartone o nel baule di famiglia, come potranno essere conservate?

Grazie a questa introduzione potremo scambiarci idee sul funzionamento di cloud, memorie smart e hard disk e potremo immaginare insieme come difenderci dall’evanescenza e dalla proliferazione continua di enormi quantità di dati che ad un certo punto non sapremo più come gestire a meno di non tornare alla capacità di fare selezione.

PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

Dove si prospetta un problema nasce una nuova professione, ed ecco che negli ultimi anni si stanno formando spontaneamente delle nuove figure professionali nel campo digitale. Parliamo per esempio del “digital curator”, che si occupa di gestire gli archivi personali e di fornire conoscenze su come “curare” al meglio il proprio archivio. Altra figura che sta prendendo piede è l’ “archeologo digitale”, ossia colui che è in grado di ritrovare dati nascosti all’interno di cartelle e di dischi rigidi dimenticati, o di recuperare e studiare pagine web e artefatti grafici della prima cultura di internet. Perciò a livello accademico ci si sta orientando verso l’apertura di nuovi corsi di laurea per formare questi professionisti del mondo digitale, che dovranno avere competenze scientifiche, storiche ed economiche.

DIFFUSIONE DELL’ESPERIENZA

Alcuni dei ragazzi che parteciperanno ai laboratori saranno poi invitati negli studi radiofonici della Rai regionale per parlare della loro esperienza, coinvolgendo in tal modo un pubblico più vasto, dato che il tema riguarda veramente tutti.

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